sabato 11 febbraio 2012

Italia - Grecia 1-1

"Graecia capta ferum victorem cepit".
Che significa questa frase di Orazio?
In poche, moderne, parole: la Grecia conquistata conquistò il feroce vincitore, cioè Roma.

Noi guardiamo oggi con disappunto e dolore, per alcuni, indifferenza e curiosità per altri alla Grecia.
Dopo una gemellanza durata secoli (appunto dal tempo di Orazio) fino al film "Mediterraneo" di Gabriele Salvatores, il cui mantra è: italiani e greci una faccia e una razza.
Da mesi invece guardiamo alla Grecia come ad un paese extraterrestre, con grossi problemi, ma che non ci riguardano.
Ma siamo sicuri che Atene e Roma siano così distanti? In effetti non lo sono. Noi pensiamo alla Grecia come ad un paese conquistato (Graecia capta) e poi distrutto dall'economia internazionale.

Adesso guardiamo le differenze tra noi e loro.
I greci oggi sono consci di essere un paese a libertà limitata, comandata da un "tecnico", amico dei banchieri imposto dall'Europa. Hanno abbassato il livello di vita. I salari e le pensioni sono al minimo per un paese dell'area Euro. Tutto ciò è stato imputato ad un governo corrotto, e ad una gestione "allegra" dell'economia. I greci invocavano le elezioni, un referendum sui sacrifici, ma il tutto è stato bloccato dall'Europa (leggi Germania) che ha imposto un banchiere, tale Lucas Papademos, già collaboratore della Goldman Sachs.


L'Italia invece, che non è la Grecia, ha abbassato salari e pensioni, non ha fatto elezioni dopo la caduta del governo corrotto Berlusconi, e ha per capo del governo un "tecnico" già collaboratore della Goldman Sachs, imposto dall'Europa.

Si dirà che la Grecia ha superato il punto di non ritorno dal "default" dello stato. Loro lo sanno ed è per questo che scendono in piazza.
Noi italiani invece continuiamo a cullarci nella speranza che i nostri attuali governanti ci tireranno fuori dal default.
Perché distruggere le speranze?
Ed è questa speranza che sorregge questo governo, anzi i nostri illusi deputati sia di destra che di sinistra. Abbiamo un governo "contronatura", una miscela esplosiva, ma sappiamo bene che la bomba non scoppierà, se non alla scadenza di questa legislatura.

Abbiamo un governo con la scadenza, come un cartone di latte. Ma siamo sicuri che dopo la naturale scadenza della legislatura ce ne sarà un'altra? Oppure Monti e i suoi gerarchi continueranno a governare fino alla naturale morte del nostro stato, già in default da tempo? Questo è il non detto, il "non essere" aristotelico che copre la verità dell'"essere".

"Il dire che l'essere-non-è e il non-essere-è, è falso" (Aristotele, Metafisica)

Sembra un gioco di parole, ma effettivamente è la contraddizione che viviamo in questo momento: siamo in default, ma basta non dirlo e magicamente lo spettro scompare.
Eppure, come abbiamo visto non ci sono grandi differenze tra noi e la Grecia: lo stesso governo, gli stessi sacrifici. I greci si sono un po' arrabbiati, noi invece siamo italiani, un popolo senza rivoluzione.

A proposito, anche la Grecia non ha dichiarato default e il loro primo ministro: il tecnico della Goldman Sachs, annuncia che usciranno da questa tragica situazione. Ma non l'abbiamo sentito dire anche noi?

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