sabato 19 maggio 2012

Bombe di ieri e bombe di oggi

Dal 1969 ad oggi c'è una lunga striscia di sangue innocente. E' il sangue delle stragi impunite.
E' inutile fare la lista, ormai fa parte integrante della nostra storia.
Ma esiste una continuità fra le stragi indiscriminate?
Forse sì. La prima fu nel 1969. In dicembre, alla fine dell'autunno caldo durante il quale i lavoratori lottarono contro il fascismo ancora presente nelle fabbriche.
Licenziamenti politici o immotivati, turni di lavoro massacranti. Contro questi soprusi avevano lottato in quel periodo.
Poi ci fu la bomba a Milano ed iniziò la caccia ai fantasmi. Perché non uno dei colpevoli di queste stragi è stato veramente arrestato e condannato, se non quei due fascistelli dei NAR che ancora si professano innocenti per la strage alla stazione di Bologna.
Che dietro questi morti ci fosse una precisa strategia tutti lo sanno, ma chi furono gli strateghi? Organi dello Stato (servizi, fascisti coperti e fatti fuggire ecc.). Alla tensione sociale lo Stato italiano rispose con le bombe. Poi finirono gli anni '70 e tutto parve cadere nel dimenticatoio.
La Mafia copiò questa strategia con le bombe del '92-'93. Ma non furono anche quelli gli anni di Tangentopoli?
Sappiamo dai pentiti che dietro alle bombe di Cosa Nostra c'era la trattativa con lo Stato. Chi picchiava più forte poteva mettere sul tavolo un poker d'assi.
La politica era allo sbando e Cosa Nostra perse i contatti con i suoi referenti politici della Democrazia Cristiana, travolti dagli scandali. La D.C. fu spazzata via e salì al potere Forza Italia. Passare dallo sputtanato Andreotti a Dell'Utri non fu un problema per Cosa Nostra. E lo Stato ritornò forte e autoritario. Cosa Nostra interruppe la sua strategia della tensione.

Tutto questo può far pensare che dietro questa ultima inutile strage di Brindisi ci siano le stesse logiche. Lo stesso paese allo sbando, la stessa politica delegittimata del '92-'93.
Dietro la morte di Falcone e poi di Borsellino i sospetti sono forti sulla politica, la massoneria e i soliti servizi segreti, smettiamo di chiamarli deviati, sono invece proprio quelli ufficiali pagati da noi appunto per proteggerci. Leggere il libro di Gioacchino Genchi (non a caso cacciato dalla Polizia di Stato) uscito qualche anno fa è ancora illuminante sui rapporti tra certi apparati statali e le bombe di Palermo.
Oggi la vigliacca uccisione della sedicenne di Brindisi e il ferimento dei suoi compagni di scuola deve far pensare.
Ma cosa? Cosa Nostra ha ripreso le trattative con lo Stato? E' cinico ma purtroppo non possiamo non pensarlo vista l'imminenza dell'anniversario della bomba di Capaci. Non possiamo non pensarlo visto il nome della scuola dedicata a Falcone e la moglie.
Ma sembra tutto così ovvio, anche troppo ovvio.
Ma a chi serve questa strage? A chi serve alzare la tensione in un momento così delicato e di così  forte fermento sociale?
Usare le armi di distruzione di massa per la "distrazione di massa" è un vecchio trucco, farci cadere nella logica della paura, nella richiesta di sicurezza (che spesso fa più vittime delle bombe) come al tempo della Legge Reale, limitare una democrazia già in punto di morte, limitare la libertà di pensiero, quella d'informazione per uno stato ancora più autoritario, meno libero, più controllato. Siamo già a questo punto?
Abbiamo tutti (non io) paura di diventare un'altra Grecia. Ma di quale Grecia stiamo parlando? Quella di oggi o quella dei colonnelli?

giovedì 19 aprile 2012

NO - IMU

Manifesto irlandese
Il pagamento della tassa sulla casa è una ingiustizia verso le classi inferiori.
In Irlanda, che non è certo in condizioni più floride della nostra economia, il 50% della popolazione ha boicottato il pagamento di questa tassa.
Certo che gli irlandesi sono irlandesi, gli islandesi sono islandesi etc. etc.
Noi italiani purtroppo siamo italiani e evidentemente non sappiamo fare nemmeno il minimo per salvaguardarci dalla fame.
Non m'importa se l'ICI è stata tolta da Berlusconi, ma soltanto che questo governo di finanzieri e speculatori l'hanno reintrodotta, aggiungendo alle tasse che non possiamo esimerci dal pagare tipo accise sulla benzina, aumento dell'IVA etc. anche questa.
Ma a differenza delle precedenti l'IMU è una tassa che potremmo anche permetterci di non pagare, e sarebbe bene che non la pagassimo per dare un segnale forte a questo governo degli inciuci trasversali, banchieri e speculatori.
Lo sapevate che le banche non pagano l'IMU?
Perché la dovremmo pagare noi?
Visto che i cortei non servono, i campeggi degli Indignados non smuovono di una virgola il procedere di questo governo, bisogna colpirli dove sono più sensibili: i soldi.
Togliere i soldi dalle banche, nazionalizzarle come in Islanda non è proponibile da noi che siamo un paese di poltroni (e di coglioni che fa pure rima).
Almeno facciamo disubbidienza civile, visto che non sappiamo fare le rivoluzioni perché sono cruente e sanguinose.
Smettiamo di pagare noi per tutti. Facciamo tassare i grandi patrimoni, perché dalle nostre tasche non escano più finanziamenti per questo Stato antidemocratico nel quale non ci riconosciamo più. Rifiutiamoci di pagare tasse ingiuste!
NO IMU!


iscrivetevi al gruppo facebook contro questa tassa ingiusta
http://www.facebook.com/groups/296531833754936/

mercoledì 18 aprile 2012

Il Governo dei Baroni

Sarà perché è il peggior governo (dopo quelli di Berlusconi ovviamente) della Repubblica, sarà perché ci hanno coglionato con la storia dei "professori", Monti e i suoi gerarchi danno l'idea di essere un'armata brancaleone senza piani e programmi.
Veramente un piano ce l'hanno, il piano B, ovvero far fuggire la gente dall'Italia visto che stanno vanificando decenni di democrazia, o presunta tale.
La stretta economica, che non li riguarda personalmente visto che tutti hanno stipendi da capogiro, la fanno pagare a noi: i soliti noti, o meglio parafrasando il titolo della trasmissione comica di MTV, "i soliti idioti".
Loro non hanno pagato niente, il governo della finanza e degli speculatori. Ma veramente con chi abbiamo a che fare?
I veri professori, nel senso di possessori di una cattedra universitaria, sono veramente pochi, quindi ci hanno preso per i fondelli. Gli ex dirigenti, superpagati, dei ministeri o enti affini sono molti di più.
Ma fermiamoci ai professori. In genere si tratta di rettori, direttori, presidi di facoltà o comunque personale non più in pista sulle cattedre. Il perché è la logica conseguenza della rilassatezza dei costumi delle università italiane da sempre. Insomma se vi chiedete chi sono i famigerati "baroni universitari" tanto deprecati dalla gente e dagli studenti in particolare cercateli tra i cosiddetti ministri di questo governo.
Monti in primis ha importanti funzioni alla Bocconi. Fra gli allievi di questa struttura universitaria privata (e sottolineo privata) ci sono stati Dell'Utri e Berlusconi, ovvero gli Stanlio e Ollio della politica.
La Fornero è la rappresentante classica del baronato, moglie di un professore dell'Università di Torino, in due accumulano il doppio stipendio dallo stato che gestisce l'università pubblica. La figlia di costoro lavora "casualmente" proprio all'università piemontese. Ma la futura professoressa associata alla cattedra di genetica della facoltà di medicina di Torino, ha concorso per il posto alla facoltà di psicologia dell'università di Chieti (vincendo ovviamente) e dopo due anni trasferita nell'università di famiglia. Fin dal tempo dei papi del Medioevo questo era considerato un peccato: quello di nepotismo.
Fra i figli di... spicca il grande Michel Martone, figlio di un giudice sospettato di appartenere alla "cricca" ovvero la cosiddetta P3, che dopo aver detto la storia degli "sfigati" è stato probabilmente invitato a tacere dai suoi stessi colleghi.
Crolli di Pompei

All'istruzione Francesco Profumo, preside della Facoltà d'ingegneria del Politecnico di Torino, ne diventa rettore dal 2005 e alla Cultura Lorenzo Ornaghi della Cattolica di Milano.
Ora la storia di questo povero ministero è ancora maltrattata, dopo un poetastro fallito e viscido come Bondi arriva un laureato in "Scienze Politiche"????? Niente di più lontano dai Beni Culturali che andrebbero casomai affidati ad uno storico, un archeologo o uno storico dell'arte come minimo.
Ma vogliamo parlare di Renato Balduzzi ministro della Salute? Tutti (me compreso) avranno pensato ad un medico, invece il signor Monti chi ci ha messo? Un laureato in Giurisprudenza! Ottima mossa solamente un governo "tecnico" poteva fare una scelta così indovinata.
In compenso un medico come Corrado Clini è andato all'Ambiente. Si tratta dello stesso individuo che perora la causa del nucleare. Avete capito bene, dopo ben due referendum dove il popolo italiano ha respinto a maggioranza bulgara questa scelta sciagurata, il bravo Monti ha preso forse l'unico nuclearista, o quasi, laureato in medicina. Insomma uno che ci tiene alla nostra salute.
Questi sono i professori del governo dei professori. Tutti gli altri sono ex dirigenti ministeriali, insomma gente che della Casta ci capisce molto dato che ne fanno parte, oggi più che mai visto che sono diventati ministri.

venerdì 13 aprile 2012

Esiste ancora la libertà d'espressione del pensiero?


Terracini firma la Costituzione

Dopo la caduta ingloriosa della dittatura fascista e la scelta di sostituire la monarchia sabauda, ritenuta complice del decaduto regime,l'Italia con un referendum popolare impose la repubblica come nuova forma dello stato.
Non una repubblica oligarchica com'era stata quella secolare della Serenissima, tanto rimpianta da Ugo Foscolo, ma una repubblica democratica.
I più importanti politici del dopoguerra crearono una specie di commissione che avrebbe dovuto studiare una nuova carta, una tavola delle leggi dalla quale doveva derivare tutta la legislazione della nuova repubblica, la prima dalla nascita dello stato italiano.
La carta costituzionale (o semplicemente Costituzione) fu discussa dai rappresentanti di tutte le forze politiche dai comunisti ai cattolici fino ai liberali. Il risultato cercò di non scontentare nessuna delle parti della nuova repubblica ed in effetti fu così. La Costituzione della Repubblica Italiana divenne la base del nuovo vivere civile, una legge intangibile almeno nei suoi aspetti dei diritti del cittadino e anche dei suoi doveri verso lo stato.
Fino a che la civiltà è rimasta l'unico punto di riferimento della legislazione del nostro paese, nessuno ha mai pensato di toccare o ritoccare la legge base dell'Italia democratica e antifascista.
La nostra Costituzione è una delle migliori del mondo occidentale. Quella dove i diritti e i doveri si equilibrano tanto che spostando anche solo uno degli addendi il risultato sarebbe disastroso e molto pericoloso per la libertà di tutti ma anche dei singoli cittadini.
Abbiamo la fortuna di avere un percorso legislativo incatenato alla Costituzione, ma anche nella Costituzione c'è un peccato originale, veramente anche più di uno, ma ciò che rischia di stravolgerla è il punto cardine: il potere di legiferare è demandato al Parlamento.
Se avessimo un parlamento normale ciò sarebbe una garanzia d'imparzialità e discussione politica.
Ma possiamo, oggi, realmente demandare questo potere ad un parlamento come il nostro? Forse sì se le forze politiche agissero nel rispetto della carta dei padri costituenti, ma così non è.
Per fortuna la stessa Costituzione limita questo potere: nessun articolo può essere toccato se non con la maggioranza dei due terzi del Parlamento e sottoposta ad un referendum popolare che avalli il cambiamento della stessa.
Ma nelle pastoie della politica i principi costituzionali, pur se intangibili nella forma, sono tranquillamente ignorati nella sostanza.
Ad esempio l'Italia dovrebbe essere una repubblica democratica fondata sul lavoro.
Niente di più falso! Il lavoro non è più il fondamento dell'Italia, almeno come lo concepivano i padri costituenti. Il lavoro nero, la precarietà, la disoccupazione, il lavoro interinale (molto simile allo schiavismo), sono oggi alla base dei rapporti socio economici dell'Italia, la ex repubblica democratica, la ex repubblica fondata sul lavoro.
Sul fatto che non siamo più una repubblica democratica, che può sembrare un paradosso, basta controllare da chi siamo governati. Una pletora di finanzieri, un governo-fantoccio, non voluto dal popolo, mai votato democraticamente quindi antipopolare e anticostituzionale. Un regime oligarchico che tende alla distruzione dei diritti acquisiti dalla gente nel corso di quasi sessanta anni di repubblica.
Un governo instaurato per volere del Presidente della Repubblica al quale la nostra Costituzione non riconosce questa funzione.
Ma chi è veramente il nostro Presidente? E' stato un grande sostenitore del sanguinario dittatore dell'Unione Sovietica di nome (anzi soprannome) Stalin, letteralmente traducibile con: l'uomo d'acciaio. Un georgiano, notoriamente illetterato o quasi, massacratore del suo popolo e anche dei suoi stessi collaboratori e compagni di partito.
Stalin ama il suo popolo!

Ma il nostro non è più così, perché alla fine del regime di Stalin si è avvicinato a posizioni completamente antitetiche. E' stato amico e sponsor del ladrone Bettino Craxi e sottomesso al volere di Berlusconi affetto dalla stessa malattia di Craxi con l'aggiunta di non poco satirismo patologico.
Il nostro Presidente ha, per lui, controfirmato leggi di dubbia costituzionalità, se non di manifesta incostituzionalità.
Infatti puntualmente bocciate dalla Corte Costituzionale.
Pensare che i padri costituenti avevano delegato al Presidente della Repubblica la funzione di "garante della Costituzione"!
Se non ci fosse da piangere la cosa sarebbe anche comica.
Ma saltiamo queste distorsioni moderne e arriviamo a considerare uno dei più importanti articoli della Costituzione, quello senza il quale non possiamo certo definirci democrazia: l'articolo 21.
Questo articolo, che si ritrova sin dalla Carta dei Diritti dell'uomo, prevede la libera manifestazione del pensiero dell'uomo in tutte le forme e con tutti i mezzi disponibili.
A parte ciò che riguarda la libertà di stampa, che sappiamo essere stata limitata con cavilli legali contrari alla Costituzione, è la libertà di espressione di pensiero quella che ci preoccupa.
Oggi chiunque si prende questa "libertà" è relegato nel pericoloso mondo degli eversori, se non dei terroristi.
Chi ha vissuto davvero l'età del terrorismo, quelli impropriamente chiamati "anni di piombo", sa di cosa si tratta. I nostri parlamentari, che allora tremavano, hanno esasperato il concetto di eversione e terrorismo applicandolo a ciò che noi ancora consideriamo libertà di espressione del pensiero in tutte le forme, anche la libertà di manifestare il proprio dissenso in piazza. Una libertà rispettata da sempre dopo la nascita della repubblica antifascista anche se non priva di momenti di tensione.
Se prima fischiavano le pallottole e l'eversione era in quel caso manifesta, oggi basta un pomodoro, un uovo marcio o il lancio di una semplice monetina per far gridare al terrorismo, anzi alla recrudescenza del terrorismo.
Ridicolo!
Siamo in una società ridicola, senza memoria, parafascista e pericolosa.
Il Governo Monti e chi l'ha chiamato a governare (l'amico di Stalin e Craxi) sono oggi: antidemocratici e pericolosi per l'Italia.

domenica 1 aprile 2012

Un italiano a Lisbona


E' morto Antonio Tabucchi. E' morto nella sua Lisbona, la città dove sono ambientati molti dei suoi romanzi. Da decenni il Portogallo era la sua principale dimora.
Ma perché un pisano come Antonio Tabucchi ha scelto il Portogallo come sua residenza finale? Perché è stato fulminato dalla poesia di Fernando Pessoa sulla via di Damasco. Anzi su una bancarella di Parigi nel periodo dei suoi studi universitari.
Fernando Pessoa, è stato, forse soltanto col premio Nobel José Saramago, il più importante uomo di lettere del Portogallo moderno.
Diciamo "uomo di lettere" non per caso, o per scrivere in maniera aulica, Pessoa non è possibile ridurlo ad una sola categoria, forse fu poeta, forse scrittore, forse filosofo, o tutte e tre le cose insieme.
Lui stesso diceva, in una sua poesia intitolata "Tabaccheria" e tradotta in italiano dallo stesso Tabucchi:
"Non sono niente,
non sarò mai niente
non posso voler essere niente.
A parte ciò, ho in me tutti i sogni del mondo"

Tabucchi amò Pessoa, e contemporaneamente cominciò ad amare anche la sua patria: il Portogallo. Ma lo scrittore di Vecchiano, un paese in provincia di Pisa prossimo alla costa della Versilia, continuò a interessarsi anche dell'Italia.
Profondamente antiberlusconiano, come molti altri intellettuali italiani, fu denunciato dall'attuale Presidente del Senato, Renato Schifani, perché aveva ricordato in un articolo, le sue pericolose frequentazioni con boss mafiosi di primo piano. Naturalmente prima di ricoprire la prestigiosa seconda carica della Repubblica.
Di recente Tabucchi aveva firmato appelli e petizioni per la libertà di stampa, e criticato aspramente il regime di Berlusconi, partecipando anche a trasmissioni di approfondimento politico e culturale come "Annozero" e "Parla con me".
Ma al di là del suo impegno sociale lo scrittore Tabucchi ci ha lasciato in eredità soprattutto la sua opera letteraria. Fra le sue cose migliori "La donna di Porto Pim", del 1983, "Notturno indiano" del 1984, e il recentissimo "Tristano muore, una vita" del 2004. Ma l'opera che lo consacra grande scrittore è sicuramente "Sostiene Pereira" (premio Bancarella) del 1994.
Quest'ultimo fu un vero atto d'amore per il Portogallo. E' la storia di un giornalista portoghese, un uomo tranquillo, a suo modo apolitico che viene coinvolto involontariamente in una storia drammatica di un gruppo di anti-salazaristi. Fa da sfondo il periodo più buio della storia portoghese recente: il regime fascista di António de Oliveira Salazar.
Il tranquillo borghese ebreo d'origine ma cattolico di religione, Pereira aveva, fino a quel momento, subìto il regime. Ma il Pereira giornalista scopre improvvisamente le violenze, le vessazioni del regime invisibile salazarista che coinvolgono anche il suo mestiere.
Si accorge dell'autocensura che esiste nella stampa, in lui stesso, come un involontario istinto di conservazione insito nella stampa portoghese del 1938, anno nel quale è ambientato il romanzo. Purtroppo Salazar ebbe di fronte a sé ancora molti anni per distruggere la libertà di stampa, si autodestituì nel 1968 ma il regime continuò anche dopo la sua morte, nel 1970, fino al 1974. Il suo fu uno dei regimi totalitari di destra più longevi d'Europa.

Pereira, alla fine del romanzo, ormai consapevole della repressione del regime del suo paese, emigra in Francia, patria della democrazia e della letteratura che Pereira tanto amava.
Il parallelo con la vita dell'autore è impressionante vista la sua "latitanza" dalla scena letteraria italiana.
Curiosamente il romanzo è del 1994 il periodo dell'ascesa al potere di Berlusconi, il cui invisibile totalitarismo nasce proprio dal controllo dell'informazione. In seguito molti sforzi fece Tabucchi affinché l'Italia non diventasse il paese dove l'informazione fosse ridotta come nel Portogallo di Pereira.
Antonio Tabucchi non era una star, ma uno scrittore di calibro internazionale del quale sentiremo la mancanza per la poesia dei suoi romanzi, la lucidità dei suoi interventi e anche per il suo impegno civile a favore della democrazia e della libertà d'informazione.

domenica 18 marzo 2012

Caro compagno "di base" del PD...


Ancora stiamo qua a discutere se è il caso o no di sfiduciare il governo Monti, compagni del PD?
Sì vi chiamo compagni, non perché io sia mai stato vostro compagno di partito, per appellarmi a voi tutti.
Cerchiamo tutti insieme di ricordare il passato.

Non mi sarei aspettato di dover fare un accorato appello agli onorevoli del PD, visto che non sempre onorano le radici ideologiche da cui provengono. Ma mi rivolgo invece alla cara vecchia "base", lo zoccolo duro, quelli che sono cresciuti a pane e Gramsci.

Cari compagni del PD, io non riconosco più nel carrozzone del partito che vi siete inventati niente di quello che, pure nei periodi più moderati, era la base stessa del partito: l'ideologia comune. Questa legava ogni militante, chiunque dal metalmeccanico al radical chic, l'ideologia della eguaglianza e l'inevitabile lotta di classe. Stare nel Partito era l'esigenza "gramsciana" di costituire quell'avanguardia intellettuale che avrebbe precorso la nuova società, il famoso "sol dell'avvenir".
Il destino del tuo partito, anonimo militante di base del PD,  mi ricorda molto quello del Partito Socialista degli anni '80-'90. Quello che da primo partito marxista italiano era diventato un partito di alto borghesi con nessuna giustificazione ideologica se non quella di essersi radunati intorno all' "uomo forte" Bettino Craxi, il partito era diventato un feudo personale.

Cari compagni "di base" del PD,
Come può un comunista - perché se anche oggi lo neghi, quasi fossi stato un piccolo balilla e dovessi far scordare un passato scomodo sei cresciuto fra le file del partito - appoggiare il governo Monti.
E' un governo platealmente di destra, conflittuale con gli interessi delle classi inferiori. Quanto ci vuole per capire che questo governo non fa nessuno sconto a nessuno di noi. Perché dovrei votare PD al prossimo giro?
Perché avete fatto cadere Berlusconi? Non è vero nemmeno questo.
Perché rappresentate gli interessi del popolo? Non è vero che li rappresentate visto che siete capaci di approvare tagli inaccettabili su sanità e pensioni e poi siete favorevoli allo spreco di denaro per la TAV inutile e malvista dal popolo.
Io vi dovrei votare perché voi non siete più un partito legato ai vecchi schemi dell'operaismo ma...a questo  punto non lo so qual'è il vostro collante, l'ideologia è un po' confusa, siete un partito che naviga a vista.
Per il momento preferite non vedere le vessazioni di un governo che sarebbe dovuto essere tecnico, ma invece è esageratamente politico.

Doveva essere un governo di transizione, dicevano alcuni. Un governo che ci traghetta fuori dalla crisi, dicevano altri. Ma spesso i governi di transizione sono un po' come i papi di transizione, li si elegge perché non ci si è messi d'accordo sul candidato giusto. Ma il papa di transizione deve morire dopo la decisione del prossimo papa, per questo li si elegge vecchissimi o malaticci. Poi si dimostrano più forti e longevi di quello che si sarebbe sospettato.
Allora uccidiamolo subito questo governo. Sarebbe una normale prassi per un partito che si dimostra progressista e vicino ai bisogni del popolo. Accettare l'inaccettabile è una politica miope, perché guarda ai prossimi 5 - 10 anni al massimo.

Tu compagno di base del PD che sei nato nella Casa del Popolo del tuo paese, che mille volte hai visto la bandiera rossa con le frange d'oro ormai impolverata, con sotto appesa la medaglia della Resistenza. C'è perché, compagno di base del PD, un tempo i tuoi antenati pensarono per un breve momento che per loro, e i loro figli e poi per i figli dei loro figli, ci sarebbe stato un mondo migliore.
Non perfetto ma migliore.
Invece adesso ti dovresti accorgere che tu a tuo figlio stai lasciando il mondo peggiore degli ultimi cento anni.
Per tanti motivi, forse il primo è che neanche tu hai più voglia di lottare.
Scuoti la tua testa bianca e torna a ricordare quando tutto era diverso, quando sembrava vitale difendere il diritto a non essere licenziato così, senza un vero motivo.
Sembrava vitale anche avere un contratto di lavoro nazionale, almeno sotto un certo livello il tuo salario non poteva scendere.

Non erano questi, fra gli altri, i motivi per cui ti eri ciò che eri, e su certe cose, pensavi,  non si potevano fare sconti a nessuno?
Se il tuo partito continua così avvelena anche te, digli di smettere...come diceva una pubblicità-progresso contro il fumo.


venerdì 2 marzo 2012

Il governo "tecnico" di Paperon de' Paperoni

Pulizie in casa Monti
Pure se questo governo fa i blitz contro i ricconi di Cortina, di Sanremo, di Via Condotti a Roma e altre simili azioni dimostrative, non abbiamo ancora capito perché non fa una bella Patrimoniale così il paese avrebbe il contributo di svariati milioni di euro da coloro che detengono, ufficialmente, il 60% della ricchezza del nostro disgraziato paese.

Questa è una bella domanda, ma altrettanto è facile intuirne la risposta: avete letto le dichiarazioni online dei ministri "tecnici"?
Sono loro, i Paperoni del governo che per primi la dovrebbero pagare!

E' inutile ripetere i loro "compensi", a cui vanno aggiunti quelli dei familiari, mogli, mariti, figli. Leggerli per noi mortali diventa puro esercizio d'immaginazione, per noi quelle cifre sono incredibili, ma sono o non sono quelli i soldi che mancano alla nostra Italia per non andare in rosso?

Ad una drastica riduzione dei compensi dei professori universitari, l'aumento della percentuale di tassazione dei milioni recuperati con lo Scudo Fiscale, la richiesta di un giusto pagamento delle attività commerciali della Chiesa, nonché la tassazione di tutti i beni immobili a scopo non religioso della Chiesa e non solo ma anche di tutte le sue filiali come l'Opus Dei e le varie compagnie di carità (che non fanno carità, tutt'altro!). A tutto questo patrimonio finora non tassato il governo Monti non ha messo mano.
Una normale famiglia italiana

Io non so il numero esatto dei dirigenti delle istituzioni pubbliche, ma sono molti, troppi. Io sono stato impiegato nel settore pubblico e prendevo praticamente lo stipendio di un operaio o poco più. Nel mio ufficio lavoravamo in una ventina circa avevamo addirittura due dirigenti che prendevano a testa (parlo degli anni '90) più di 5 milioni di lire (poco meno di cinque volte il mio stipendio). quindi se mensilmente arrivavamo come ufficio ad una trentina di milioni di lire di stipendi, due lavoratori su venti ne guadagnavano da soli un terzo del totale.
E, si badi bene, i miei dirigenti si tenevano su un basso profilo rispetto ai loro colleghi di cui abbiamo letto in questi giorni. Capi di varie amministrazioni, pubbliche e private, come il signor Manganelli (un nome un destino) capo della Polizia che prende lo stipendio più vergognosamente alto di tutti.

Poi via via vengono i vari capi di quell'Armata Brancaleone che è l'Esercito Italiano, i grigi dirigenti delle amministrazioni statali come il Ragioniere generale dello Stato (che se non erro è proprio alle dipendenze di Monti) che forse non ha fatto bene i conti dello stato, visto che noi poveri cristi li stiamo pagando cari, ma lui tranquillamente viene premiato con più di 500 mila euro annuali, praticamente il prezzo di un appartamento in una zona medio-alta di una qualunque città italiana.

Cinquecentomila euro? Però è stato in grado di fare dei bei tagli lineari a tutti i ministeri, è stato l'anima delle inutili, ma sanguinose, finanziarie di Tremonti con il bel risultato che conosciamo.
Cinquecentoquarantadue milioni quattrocentotrentottomila  (542.438.000) euro è il totale annuo per i 19 più pagati dirigenti dello stato (arrotondati escluse le virgole), più di mezzo miliardo dei nostri soldi vanno annualmente nelle tasche di solo 19 persone.

Super Mario ruba ai poveri (che sono tanti) per dare ai ricchi (che sono pochi)
Ammettiamo per assurdo che un alto dirigente possa aver bisogno, e mi allargo anche troppo, di 10.000 euro il mese per vivere. Anche se tra i pensionati (che hanno fatto piangere la povera, si fa per dire, ministra Fornero) ci sono persone che guadagnano, dopo una vita di lavoro, anche 500-600 euro mensili. Il totale dei 19 più pagati dirigenti d'Italia sarebbe, in questo caso assurdo, di due milioni duecentottantamila euro all'anno (2.280.000), con un abbattimento dei costi di poco più di 540 milioni all'anno. E stiamo parlando di diciannove (19) persone, ma quanti sono i dirigenti dello stato e delle amministrazioni pubbliche che prendono più di 10.000 euro mensili in Italia? Chi lo sa? Forse soltanto il Ragioniere generale dello stato lo sa, se ha tenuto i conti in ordine, lui che da solo ne prende più di 562 mila euro all'anno.

Chissà sei miei conti sono giusti, non sono mai stato un genio in matematica, però la forbice tra gli stipendi o pensioni delle famiglie normali e quelle di chi non deve fare i sacrifici per vivere si è molto allargata.
E poi ci stupiamo se il governo dei Paperoni non vuol fare la Finanziaria? Un detto latino recita: "canis canem non est" cioè cane non mangia cane.

Monti è come Superciuk di Alan Ford, ruba ai poveri per dare ai ricchi., purtroppo però non siamo in un fumetto, ma nella vita reale.