domenica 27 novembre 2011

Riappropriamoci della vita


Il 5 dicembre finalmente sapremo cosa hanno in serbo per noi.
Quindi non abbiamo alternative, tutto costerà di più e tutti diventeremo più poveri.
Può esistere la povertà in un mondo tecnologicamente avanzato?
La risposta è no!
Il potere è una nostra invenzione, siamo noi che deleghiamo i pochi a comandare sui molti. Abbiamo un benessere forse come non mai è esistito sulla terra da quando l'uomo moderno, cioè colui che si innalza dal bisogno primario di mangiare, vestirsi, abitare in una casa e fare l'amore, fare figli e tutto ciò che chiamiamo vita, ha lasciato il posto, e si è evoluto, all'uomo tecnologico, cioè colui che crea ricchezza, crea un surplus.
Questo sovrappiù ormai fa parte della nostra vita, siamo noi a costruirlo, ma non siamo noi tutti a goderne, ma solo pochi di noi hanno accesso alla cosiddetta ricchezza che noi, in prima persona produciamo.

Riprendiamoci in mano le nostre vite.
Noi produciamo ricchezza ma ne usufruiscono soltanto in pochi. Ma chi ha dato questa possibilità ai pochi? Sempre noi. Abbiamo costituito una società verticistica, ma possiamo invece costituire una società orizzontale, dove il godimento della ricchezza è di tutti.
L'uomo che lavora è un bene pubblico, le fabbriche non dovrebbero chiudere fino a che c'è qualcuno in grado di farle funzionare. Ma noi subiamo le logiche di una società dove il mercato non è legato all'uomo che sa fare ma l'uomo che sa gestire.
Riprendiamoci in mano la società e facciamone qualcosa di nostro, di autogestito.
Qui ne va della nostra pelle, non possiamo vivere del poco soltanto perché qualcuno si accaparra, non si sa per quale diritto, il molto.

La tecnologia ha portato nelle nostre case i servizi: l'acqua corrente, la luce elettrica, il gas etc. ma lo stato, come l'abbiamo costruito, ci offre il godimento di tutto ciò soltanto dietro compenso. Il compenso che noi dobbiamo pagare è sproporzionato a ciò che produciamo.
Fino a che avremo la possibilità di continuare a produrre per gli altri non dovremmo vivere in povertà.
La povertà, nel mondo di oggi, è uno stato psicologico, non una mancanza di beni, ma un'iniqua distribuzione degli stessi.
Non dovrebbero esistere i disoccupati fintanto una sola persona è capace di fare un determinato prodotto, fintanto una sola persona è capace di mandare avanti un macchinario, la povertà è un paradosso. La tecnologia è un'invenzione che ci dovrebbe arricchire, che dovrebbe far star meglio tutti. L'acqua è un prodotto della natura, ma non abbiamo più bisogno di andare alla fonte per bere, abbiamo costruito impianti che ce la portano direttamente a casa, perché pagare?
La luce la prendevamo soltanto dal sole, ma oggi siamo capaci di illuminare anche la notte con una tecnologia fatta apposta per questo. Ma la tecnologia è nostra proprietà, chiunque la gestisce poi non sempre ha la possibilità di usufruirne, la dobbiamo pagare, perché?

L'autogestione di questi servizi essenziali darebbe la possibilità a noi tutti di vivere meglio, è stata inventata per quello, non per far vivere meglio alcuni e peggio altri.
Il surplus che produciamo è soltanto una ricchezza inutilizzata, facciamola fruttare per tutti noi.
Smettiamo di pagare ciò che ci è dovuto semplicemente perché riusciamo a produrre anche ciò che non ci serve.
L'accumulazione, le azioni, le banche sono entità inutili in una società che si sa autodeterminare.
Chiudono Termini Imerese? Perché visto che ci sono persone in grado di farla funzionare? Per una legge di mercato. Riappropriamoci di Termini Imerese, facciamone una fabbrica autogestita, costruiamo automobili per nostro conto e ciò che avanza, perché facciamo più auto di quelle che ci servono, le vendiamo all'estero.
Riappropriamoci delle nostre tecnologie e vendiamo la nostra qualità, il nostro lavoro agli altri, coloro che continuano a seguire le leggi distorte del mercato, sicuramente ci arricchiremo.
Riapriamo le fabbriche che chiudono, non deve esistere la disoccupazione. Se tu sai fare una cosa mettiti a disposizione. Ci sono degli esuberi? Lavoreremo tutti meno, facciamo i turni, avremo tutti molto più tempo libero per vivere una vita degna di questo nome.

Riappropriamoci della vita, è corta e la dovremmo vivere con tutti gli agi, ne abbiamo la possibilità!
Non facciamo decidere agli altri la qualità della nostra vita!


Lo potete chiamare comunismo, anarchia, cooperazione...lo potete chiamare come volete ciò non toglie che, i banchieri, i potenti, gli speculatori ci rubano la possibilità di vivere. E' ora che ci riprendiamo quello che è nostro.

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