Benvenuti a Fkih Ben Salah

Non tutto si può comprare, il signor B. l'ha dovuto scoprire mandando i suoi sgherri in una povera cittadina del Marocco.
Fkih Ben Salah è un povero villaggio sui Monti dell'Atlante, lontano dal mare in un Marocco non da cartolina, ma ai piedi della catena montuosa più alta e suggestiva dell'Africa del nord.
Un villaggio così piccolo e defilato che non è citato nemmeno su Wikipedia.

"Vera" foto di Fkih Ben Salah

Non è difficile capire il perché Berlusconi si stia interessando di un piccolo villaggio dell'Atlante perché è il luogo di nascita di Ruby Rubacuori. A suo modo il nostro premier a voluto compensare, data la sua famosa generosità, l'impiegata dell'Ufficio Anagrafe di Fkih Ben Salah, ma incredibilmente la stessa non ha accettato la forte somma che gli ominicchi spediti da lui e il nobile Ghedini in questa parte del Marocco più povero, le avevano offerto per poter alterare i dati anagrafici della minorenne Ruby facendola diventare, con un colpo di mano, improvvisamente maggiorenne al tempo della sua frequentazione del bunga bunga arcoriano.
Un gesto schifoso che ricorda gli avvocati senza scrupoli da romanzo di Grisham. Ma stavolta è successo l'incredibile. Quando già il famigerato  Giornale di famiglia titolava, con soddisfazione, "Il premier cala l'asso: Ruby era maggiorenne" , l'impiegata marocchina denunciava pressioni da parte di due italiani per alterare la data di nascita della mignotta marocchina della corte di Arcore anticipandola di due anni. Questo avrebbe fatto decadere l'accusa di "prostituzione minorile", almeno nei confronti di Karima-Ruby.
Di fronte ad un paese come il nostro, dove la corruzione è di prassi, il gesto dell'anonima impiegata comunale di Fkih Ben Salah ha dell'incredibile. In Italia Berlusconi ha corrotto il miliardario avvocato Mills, molti deputati, che non sono certo dei morti di fame, come Scilipoti & company, nel poverissimo Marocco non è riuscito nella stessa operazione con una persona a cui il denaro sporco del padrone d'Italia avrebbe cambiato radicalmente la vita.
Siamo dovuti andare in Marocco per capire cosa è la dignità, un concetto che nel nostro bel paese di santi, navigatori e poeti, è diventato obsoleto.