Le rivolte dei paesi nordafricani dovrebbero darci il polso della situazione del Mediterraneo, cioè la fame dà un impulso non indifferente agli umori del popolo.
Non sono tanto i dittatori che cadono per poca concessione di libertà individuali o di stampa, bensì la corruzione.
La corruzione affama il popolo e crea una casta di privilegiati. Bisogna notare che questi tre paesi (Tunisia, Egitto e Libia) non erano certo i più poveri dell'Africa, anzi avevano un forte impulso per la presenza di materie prime e lo sviluppo turistico, basti pensare al traffico di europei a Sharm el Sheik.
Pure le dittature (almeno quella tunisina e quella egiziana) non sono certo state sanguinarie come quella di Gheddafi, ma pure sono cadute e senza troppi danni collaterali.
In Italia abbiamo una dittatura morbida basata più che altro sulle ruberie personali o i privilegi limitati alla casta politica e industriale, quindi i presupposti sono simili a quelli tunisini o egiziani dato che il livello di povertà si sta estendento in maniera preoccupante dal popolo al ceto medio.
Praticamente ci stiamo avviando verso una situazione sudamericana, dove ai tempi delle rivoluzioni (o le tentate rivoluzioni) non esisteva una classe sociale cuscinetto fra i grandi ricchi (che detenevano il potere e diventavano sempre più ricchi) e il popolo (che si impoveriva sempre di più).
In Italia la piccola borghesia sta praticamente scomparendo ma senza nessun contraccolpo visibile, gli stipendi perdono progressivamente il potere d'acquisto e non soltanto di beni volluttuari, che essendo stata l'Italia tra i sette più importanti paesi industrializzati (prima dell'arrivo degli asiatici), era la base della ricchezza percepita, ma piano piano anche di alcuni bisogni primari.
In questo periodo la gente ha riscoperto le materie prime a tavola, non più i sofficini o i quattro salti in padella, e questo è un pessimo sintomo per il nostro dittatore.
Fino a che ci sentiremo un paese occidentale, quindi ricco, sarà difficile che possa scoppiare una rivolta per fame. Ma siamo però in un paese dove la corruzione e i privilegi cominciano a far parte del nostro quotidiano, i festini di Arcore dove girano migliaia di euro per escort e altre porcherie dovrebbero darci il polso del tasso di corruzione e l'interesse dei nostri politici per le problematiche di chi ha dovuto stringere la cinghia per far superare (anche a loro) la crisi economica mondiale.
Ma noi continuiamo a sentirci un paese privilegiato, abbiamo ancora tutti la macchina (alle volte due), andiamo in vacanza e possiamo trovare le offerte nei supermercati per evitare grosse spese per cibarci.
Ma rischiamo grosso, poi se aggiungiamo il tentativo secessionista della Lega, che dividerà l'Italia dei poveri da l'altra Italia, quella dei privilegiati, la situazione degenererà e saremo un altro Egitto...almeno così io spero.
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