Quando la rabbia esplode è sempre colpa degli altri.
Ormai da decenni la gioventù pareva anestetizzata, si parlava del loro disagio ma le chiacchiere (come si dice) stavano a zero.
Chi scrive ha fatto parte del Movimento del '77 quindi posso esaminare il fenomeno con cognizione di causa.
E' sempre sbagliato fare paralleli con il passato ogni movimento ha una specificità propria ma, come diceva Giambattista Vico nell'ormai lontano '700, la storia si ripete. Questo c'invita a ripassare i libri di storia, ma anche le cronache lontane da noi di qualche decennio per tentare di capire l'attualità.
Il disagio generazionale ha sempre un motivo anche se i motivi sono diversi. Era diverso nel '68, era diverso nel '77, è diverso oggi, ma ciò che accomuna questi tre momenti (o movimenti) è la crisi delle generazioni giovanili e la voglia di cambiare lo stato delle cose.
Quando De Andrè cantava "anche se il nostro Maggio ha fatto a meno del vostro coraggio" parlava in termini violenti del disagio dei sessantottini e dell'incomprensione delle generazioni al potere dei motivi della loro lotta, violenta e non.
Dopo mesi di lotte "pacifiche" a Valle Giulia gli studenti delle università del '68, stanchi di prendere manganellate gratis decisero che era il tempo di reagire, rispondere colpo su colpo, nella canzone omonima si diceva, anche con un certo orgoglio: " non siam scappati più" . Martedì 14 dicembre, gli studenti delle università italiane hanno deciso di non scappare più, eppure per la maggior parte di loro Valle Giulia non era altro che un posto tranquillo a Villa Borghese.
Oggi fanno abbastanza ridere le prese di posizione dei vari politici, soprattutto quelli di sinistra che il '68 l'hanno fatto o l'hanno subito, di presa di distanza dai fatti di Roma ( o la Guerra di Roma come l'hanno definita pomposamente certi giornali) e hanno fatto lo stesso, identico sbaglio di sempre.
Li hanno definiti poche decine di Black bloc cattivi e violenti, invece in piazza c'erano decine di migliaia di studenti incazzati.
Il giochino è lo stesso, anche nel '77 erano poche decine di Autonomi violenti e cattivi, poi hanno scoperto che invece erano decine di migliaia di giovani, disoccupati, studenti, femministe, indiani metropolitani, omosessuali, intellettuali stanchi della repressione dello Stato che riusciva a rispondere alle loro proteste con la violenza.
Anche nel '77 i partiti della cosiddetta sinistra avevano preso le distanze e poi si erano messi dalla parte di chi reprime (la giunta comunista di Bologna docet).
I violenti sono sempre gli altri? No cari signori i violenti stanno in casa vostra, sono i vostri figli che chiedono di poter studiare, che chiedono un futuro, una vita migliore in una società migliore, che c'è di incomprensibile?
La violenza e la rivolta
Ciò che realmente distingue i vari movimenti è che allora c'erano comunque delle ideologie di riferimento, oggi no. Ed è questo l'aspetto più pericoloso, oggi al potere c'è un centro-destra miope, razzista e intollerante. Risulta difficile anche chiamarlo centro-destra, dov'è il centro? Diciamoci più francamente che c'è un regime fascista, non dobbiamo aver paura delle parole, ieri, ad Annozero il sig. Ignazio La Russa l'ha spiegato bene con i gesti, le parole e gli insulti, degni del peggior Cossiga del '77.
Come facciamo a stupirci se gli studenti del movimento anti-Gelmini non abbiano preso le distanze dai cosiddetti violenti, sono loro, è la giusta rabbia che cova ormai da più di trent'anni che produce la violenza.
Gli studenti erano andati a brindare la caduta del regime e hanno avuto la doccia fredda di una sconfitta e la tremenda ipotesi che la legge-schifezza della sig.ra Maria Stella Gelmini possa da qui a poco passare anche al Senato. Si sono ribellati perché tanto stupore? O forse ci aspettavamo, come al solito, che sarebbero tornati a casa con la coda tra le gambe?
Tristi figuri
Vediamo un po' chi ci troviamo di fronte oggi: Ignazio Benito Maria La Russa, ministro della difesa, ex picchiatore fascista in prima fila nelle manifestazioni neo fasciste contro la Polizia (come il suo camerata Gianni Alemanno, arrestato per resistenza e poi ovviamente rilasciato). Oggi in qualità di Ministro della Difesa comanda l'Arma dei Carabinieri.
Roberto Maroni, estremista di sinistra pentito (ha militato in Democrazia Proletaria) Ministro dell'Interno, quindi capo della Polizia di Stato, oggi figura di spicco del partito razzista detto Lega Nord, si dice contrario al rilascio degli studenti arrestati durante gli scontri del 14 dicembre alimentando così il fuoco della violenza.
Ovviamente avere a che fare con personalità di questo calibro messi al comando delle forze dell'ordine diventa una miscela esplosiva dato la loro militanza in movimenti squadristi e razzisti, ovvio che non può esserci dialogo.
Ci dobbiamo davvero stupire che gli studenti abbiano messo a "ferro e fuoco" la capitale? Una città blindata dove il diritto sacrosanto di protestare (il sale della democrazia) è impedito.
Non ci nascondiamo dietro un dito fino a che questi comanderanno le forze dell'ordine ci sarà soltanto disordine e chi non lo capisce, soprattutto a sinistra, è il solito miope...ma che ci potevamo aspettare di diverso da quello che è successo?
P.S. Bisogna spezzare una lancia anche a favore dell'ex poliziotto (!!) Antonio Di Pietro e anche ai poliziotti che hanno manifestato contro il Governo, che forse hanno capito che la repressione contro gli studenti e la società civile è un errore madornale, e andando avanti così tutti hanno da rimetterci e nessuno ci guadagna tanto meno l'Italia.
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