venerdì 12 marzo 2010

All'armi, all'armi


In un paese anormale come il nostro, il paese del Partito dell'Amore, dove sono finiti i gerarchetti di Almirante? Sono confluiti nel lovers party e sono diventati buoni. I picchiatori cattivi di allora ancora sorgono con le loro faccette ottuse dai banchi del Governo e fanno i ministri delle Telecomunicazioni e ministri della Difesa. Altri sono diventati sindaci di capitali d'Italia. Ma la mala razza non muore, così come non muoiono le tendenze alla violenza, altro che partito dell'amore!

Gli schiaffeggiatori di Via dell'Impero sono diventati " anti" (come nellla celebre battuta del film Totò, Fabrizi e i giovani d'oggi) non a caso l'ex gerarca Aldo Fabrizi si chiamava nel film Ragionier D'Amore.



Il nostro Ministro della Difesa, con la sua aria mefistofelica ci ricorda, in mondovisione, che un topo di fogna non può improvvisamente trasformarsi in un'innocente pecorella, l'intolleranza fa parte del suo DNA, la violenza una pratica tuttomeno che scomparsa e che il "terror dei comunisti" chiama di nuovo alle armi.
Prima o poi l'anima nera doveva risuscitare soprattutto se si tratta del Ministro-condottiero dell'Esercito e dei Carabinieri. Ma il Mefistofele catanese non attende l'intervento dei suoi sottoposti ma si muove personalmente per punire con le sue "onorevoli" mani i cattivi giornalisti del Partito dell'Odio.

Naturalmente la notizia e le eloquenti immagini danno, al solito, la misura della libertà di stampa del nostro pessimo paese, ieri democratico oggi fascista, di fronte al mondo, di fronte all'Unione Europea, di fronte a tutti gli italiani.
Ma si sa costoro pensano ancora che è meglio un giorno da leone che cento anni da pecora.

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