martedì 3 novembre 2009

Angelino Lodo Alfano e il suo strano concetto di giustizia


E' morto un ragazzo di 31 anni. E' uscito da Regina Coeli ed è andato a morire nel padiglione detenuti dell'Ospedale romano intitolato a Sandro Pertini.
Si chiamava Stefano Cucchi ed era romano.
Il Ministro salvaladri Angelino Lodo-Alfano, ha detto:
"Indagheremo!"

Ma non si è indagato, i carabinieri (ancora loro!) e la Polizia Penitenziaria sono coinvolti nel pestaggio a morte di un 31enne accusato del grave reato di "Possesso di pochi grammi di cannabis indica (o fumo, o hashish o come la volete chiamare) ovvero la c.d. "droga leggera", quella che fa danni minori delle droghe legali come il tabacco (dipendenza, cancro, infarto etc.) o come l'alcool (dipendenza, cirrosi epatica etc.) insomma che portano alla morte sicura."


Va fatta un'altra precisazione: Stefano Cucchi era affetto da crisi di natura epilettica e il THC , ovvero il principio attivo della cannabis, è consigliato per mantenere il cervello in stato di riposo o rilassamento, effetto di per sé positivo per gli affetti da questa patologia.
Si dirà che quando lo hanno ammazzato di botte i poveri militi o i secondini non né sapevano niente di questo particolare  (invece il ragazzo lo aveva subito detto ai carabinieri che lo hanno fermato)
Ma dove sono questi delinquenti (in divisa) sospettati del massacro? Non certo in galera (a quanto pare) a fare compagnia ai loro colleghi estorsori di Marrazzo.

Ma veniamo alle dichiarazioni di Lodo Alfano e alla loro gravità:

"... Tutte le nostre energie sono impegnate per accertare chi, anche con atteggiamento omissivo, abbia portato a questo tragico evento" (Avvenire 3/11/09)

Ok, ma chi sono i veri colpevoli? Ed ecco che l'Angelino Lodo spara la sua prima bordata: il primo colpevole è chiaramente lo stesso massacrato il povero Cucchi, perché?

"...era sempre lucido. Ha potuto decidere quello che accettava e quello che aveva deciso di rifiutare, durante la permanenza al Pertini..." (Corriere della Sera 3/11/09)

Ebbene colui che abbiamo potuto vedere in tutta la crudezza delle immagini, lucidissimo, ha detto che non voleva che si avvertisse la famiglia del suo (a dir poco precario) stato di salute.

I genitori e la sorella raccontano che l'hanno visto, all'ospedale che "Aveva il volto pesto, un occhio fuori dal bulbo, la mandibola storta..." (Il Foglio 3/11/09), mi pare difficile la lucidità che l'avvocaticchio Alfano declama dall'Aula del Parlamento non possa essere contraddetta dalla realtà. Stefano Cucchi è morto per arresto cardiaco in seguito a percosse. La Procura di Roma (celebre per gli insabbiamenti) si sta muovendo contro ignoti con l'accusa di Omicidio preterintenzionale .

Preterintenzionale? Ma come quando si pesta a morte un ragazzo è un omicidio preterintenzionale, così dice il PM - un signore di cui dobbiamo mandare a memoria il nome tale Vincenzo Barba - al quale dovremmo chiedere quando pensa lui che un omicidio sia intenzionale?

Contro ignoti? Dovremmo chiedere al Dott. Barba se, secondo la sua dottrina giuridica,  una stazione di carabinieri o un carcere possono essere frequentati da ignoti picchiatori? Purtroppo viene da pensare che il suddetto signor magistrato non conosca il nome dei militi presenti nella Stazione Appio Claudio o quello dei secondini presenti a Regina Coeli quando il giovane Cucchi vi è stato trasferito...

Ma che cacchio d'indagini fa questo signore (che non osiamo chiamare dottore per rispetto di coloro che si sono fatti un culo tanto per laurearsi), come possiamo pensare che questa indagine vada a buon fine con premesse del genere?

La giustizia in questa povera e bistrattata domocrazia è ancora un optional come ai tempi di Alberto Sordi nel film  Detenuto in attesa di giudizio

 

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