lunedì 12 dicembre 2011

Governo Monti: pane e brioches


Alle volte pare incredibile come quelle che consideriamo delle frasi storiche, e quindi fuori dall'attualità, come quella di Maria Antonietta di fonte all'emergenza pane del popolo francese del '700, possano diventare lo spettro del nostro futuro.
Anche oggi ci ritroviamo davanti ad un'emergenza. Anche oggi la nazione è divisa fra chi mangia il pane e chi le brioches.


Il pane è il lavoro, sempre più un mito per le masse, la pensione di chi ha accantonato anni di contributi lavorando per sé e per gli altri che improvvisamente vede svanire un futuro (sempre più corto) di riposo vissuto decentemente.


Bisogna fare uno sforzo per la patria perché il pane sia razionato in parti uguali, per evitare il fallimento. Insomma bisogna donare l'oro alla patria, come fu richiesto durante il periodo più buio della nostra storia.
Ma l'oro l'abbiamo già svenduto ai "Compro oro" o impegnato al Monte di Pietà, cosa possiamo donare ancora?


Ma le brioches esistono ancora, come sapeva Maria Antonietta che le mangiava tutte le mattine. Le brioches sono i grandi capitali, le ville in Sardegna, i jet privati, le barche e un nutrito conto all'estero. Persone che se dovessero donare l'oro alla patria probabilmente ripianerebbero l'emergenza finanziaria della nazione.
Ma perché dovrebbero pagare loro? Mica rischiano la ghigliottina. Ameno per ora, un giorno chissà?


Siamo diventati il paese delle teste tonde e le teste a punta di brechtiana memoria. Se nasci con la testa tonda dovrai guadagnarti la vita giorno per giorno, se hai la fortuna di nascere con la testa a punta dovrai soltanto giostrare le tue ricchezze per farle rimanere tali. La differenza con Brecht è solo questa che non esistono teste tonde ricche né teste a punta povere.
Da notare come il sottotitolo della commedia sia di bruciante attualità: Ricco e ricco van d'accordo.


Ma se loro vanno d'accordo, finalmente hanno il governo spietato che volevano, il governo delle lacrime di coccodrillo, noi teste tonde non siamo molto d'accordo. Forse dovremmo fargli assaggiare un po' di Grecia, prima che loro la facciano assaggiare a noi.
Prima che Equitalia ci porti via la casa. Prima che le nostre macchine rimangano ferme senza benzina. Prima che l'Italia diventi un paese di homeless.
Oggi stiamo ancora nelle nostre calde casette, ci sforziamo per comprarci l'ultimo modello di i-Phone, dobbiamo cacciare fuori gli ultimi soldi per fare i regali ai bambini per il santo natale.


Naomo, il personaggio di Panariello che imperversa nelle nostre TV, non è un personaggio assurdo o grottesco, è un personaggio reale. I suoi eccessi sono lo specchio distorto di una realtà. Il bello è che ci fa ancora ridere, quasi fosse una macchietta. Non lo è.
Eppure questi "Naomi" li conosciamo per nome e cognome: sono i mangiatori di brioches, le teste a punta. Ancora fino a quando gli lasceremo sul collo le loro teste a punta? Ma noi mangiatori di pane, noi teste tonde, noi che ridiamo di Naomo siamo pecore. Pecore da macello, sottomessi aspettiamo il nostro turno per farci tosare la lana e non solo quella. Siamo buoni, pazienti e senza guida, perché chi ci doveva guidare, la sinistra, ha la testa a punta e ce ne accorgiamo soltanto adesso.


Homo homini lupus diceva Thomas Hobbes nel'600, l'uomo è un lupo per gli altri uomini. Fino a quando ci faremo sbranare? Italiani, brava gente, quando smetterete di essere bravi?

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