giovedì 20 ottobre 2011

San Giovanni o Valle Giulia?

Hanno catturato il celebre anarco-insurrezionalista, "er Pelliccia". Grande vittoria per gli "investigatori" di "Libero". La stampa com'è detto nella Costituzione, in Italia dovrebbe essere libera (non soltanto "Libero") e fare informazione non delazione, questo non c'è scritto sulla Costituzione.
Ma torniamo un po' indietro negli anni e nella storia per capire il fenomeno della violenza nei cortei degli studenti e non.


1968

Esiste una nota (ormai non più) canzone intitolata Valle Giulia. Cerchiamo di capire cosa è successo allora. Si trattava del lontanissimo e celeberrimo 1968. Dagli USA veniva un movimento studentesco, oggi quasi nessuno lo ricorda più, nato anche sulla spinta di intellettuali come Herbert Marcuse e altri "cattivi maestri", che nel 1967 aveva dato il via alla prima occupazione, non violenta, dell'università di Berkley, forse la prima nel mondo occidentale. A latere del movimeto hippie, i figli dei fiori, la protesta contro una forma esasperata di capitalismo aveva contagiato anche i figli della società borghese universitaria. Poi nacquero le "Pantere nere" e i "Weathermen" e non fu più Peace & Love bensì qualcosa di diverso. Ma questa storia non ci riguarda.

In Italia agli albori del 1968, gli studenti si comportavano un po' come quelli americani, occupazioni, non violenza e fiori. La società "civile", allora, prese le sue contromisure: i fascisti di Almirante si scagliarono con tutta la loro violenza contro i pacifici (o pacifisti) studenti che occupavano le facoltà della "Sapienza". Le forze dell'ordine, sotto la guida dell'allora Ministro dell'Interno, il famigerato Scelba, li affiancò e ci furono i primi feriti. Durante una manifestazione a Valle Giulia (nei pressi del giardino di Villa Borghese), una falange di studenti si organizzò per evitare nuovi attacchi e fece ancora meglio, riuscì ad accerchiare le forze dell'ordine, stupite perché non si aspettavano una reazione dai figli dei fiori, e furono respinte dagli studenti per la prima volta. Da allora niente fu come prima e, come dice la canzone: "...non siam scappati più...".

Ma anche questa storia non ci riguarda, anche se sull'esempio di Valle Giulia gli studenti francesi del "Maggio '68", quelli della "Canzone di Maggio" di De' Andrè (noto sobillatore della violenza di piazza), fecero barricate, bruciarono auto e negozi, occupando il quartiere universitario parigino detto "il quartiere Latino" e tenendolo per giorni nonostante la polizia francese. Il governo De Gaulle cadde.




Ma che c'entra questo con "er Pelliccia"? Sono storie vecchie non ci riguardano più.
Dai fatti di Valle Giulia nacque la famosa poesia di Pier Paolo Pasolini che contestava la violenza fatta dai figli della borghesia universitaria ai figli del proletariato in divisa oggi tanto citata ma mai contestualizzata. Oggi proletariato è una parola senza senso, marxista e ottocentesca, abbiamo inventato però una nuova classe sociale: il precariato.
Il precario è il nuovo proletario, senza diritti, emarginato dal contesto sociale, destinato ad un futuro incerto. La rabbia proletaria e quella precaria hanno dei punti in comune anche se nessuno ne parla.

1977

Ma se vogliamo capire di più facciamo un salto di dieci anni. Nel 1977 nacque un movimento strano, soltanto in Italia, quindi slegato dai fatti internazionali come invece quello del 1968. I figli della borghesia (ancora loro!) universitari si sentivano oppressi dalla normalizzazione post sessantottina, cominciarono a rifiutare i compromessi della politica, quella classe politica chiamata "Prima Repubblica", non si sentivano più rappresentati da una sinistra che ormai andava a braccetto con una destra liberale e oppressiva. Ormai i figli dei fiori, i pacifisti, non erano più di moda, i nuovi pacifisti si riconoscevano in un partito, quello comunista, che aveva perso ogni velleità "rivoluzionaria". Uno slogan di allora diceva: "il partito comunista è come un ravanello rosso di fuori ma bianco nel cervello". Quindi nacque un movimento autonomo, per lo più slegato anche dall'ideologia imperante a sinistra. La frangia più combattiva fu quindi chiamata: "Area dell'Autonomia".

Cerchiamo di capirci bene, altrimenti si fa la stessa confusione di oggi (un'età senza memoria storica), l'Autonomia Operaia, la falange violenta dell'Area, faceva parte del movimento, ma non era il Movimento. La differenza con oggi è proprio questa, Autonomia Operaia, quella di Toni Negri e altri, era parte integrante del movimento, una specie di servizio d'ordine o di disordine se vogliamo, ma integrati nel Movimento del '77 che combatteva: ora la repressione di carabinieri e polizia, ora i movimenti legati al PCI e la CGIL. La cacciata di Lama (segretario del sindacato comunista) dal cortile della "Sapienza" occupata dagli studenti, era parte integrante della lotta del movimento contro le forze della repressione e del compromesso con il potere fascio-comunista-democristiano di allora.

E oggi?

Arriviamo ad esaminare quello che succede oggi, che non è tanto diverso da quello che è successo nelle epoche esaminate. Abbiamo una sinistra morbida e compromessa, spesso con atteggiamenti di corruzione simili alla destra (caso Penati, ma anche altri) e una destra autoritaria che fa leggi liberticide. Nessuna vera opposizione, oggi come allora, e una fetta sempre più numerosa della società investita dalla crisi finanziaria che l'impoverisce sempre di più: il proleta-precariato senza nessuna prospettiva certa per il futuro se non quella della disoccupazione o la sottoccupazione.

Torniamo a "er Pelliccia" (ma tanti altri come lui), lancia un estintore ma non è un eroe, o una vittima, come Carlo Giuliani...perché? Perché non è morto? Questa sembra l'unica spiegazione plausibile. Veniamo agli indignati, sono per lo più pacifici, o pacifisti, infatti in Spagna hanno occupato una piazza, prendono manganellate senza ribellarsi, cosa hanno ottenuto? La società è cambiata? No. Però il governo Zapatero ha rassegnato le dimissioni. E' una grande vittoria? La crisi è passata? Assumeranno i giovani disoccupati? Oppure hanno ottenuto un nuovo governo di destra che smonterà le tende e libererà la piazza con la violenza e gli idranti, qualche colpo di lacrimogeno e tutti a casa? Questa è la mia fosca previsione.
Parafrasando il titolo di un celebre saggio di Lenin, mi chiedo e vi chiedo: "Che fare?". Abbiamo tanti esempi su cui meditare e una storia da riscrivere, ma come?

2 commenti:

  1. l'unica soluzione è ricominciare a fare politica, ovvero:
    per cominciare i partiti non devono piu essere visti come luoghi occulti e misteriosi vissuti da politici maledetti, ma nel partito ci si deve entrare, viverlo, cambiarlo in meglio, affinchè diventi un mezzo e non un fine per tutti i cittadini.

    bisogna parlare con la gente spiegargli che le cose così non vanno e rendere tutti partecipe della vita di un partito o di una città perchè il partito e la città sono di tutti e non di pochi eletti....ricominciare a fare una politica dal basso.

    Credo che l'importante non è andare tutti in massa a roma o nelle altre capitali a dormire fuori, tempo perso.

    Invece dovremmo cercare in primis di riconquistare il paesino, la cittadina, la città dove si vive entrando a far parte dei comuni e ribaltando le varie politiche locali che nelle loro diverse sfaccettature hanno tutte fallito.

    non si può sperare di andare in piazza convinti che qualcuno prenda le redini della situazione, significherebbe continuare a delegare a terzi i nostri doveri sperando che facciano meglio di chi c'era prima.

    il paese si ricostruisce con piccoli passi e se tutti migliorassimo il luogo dove viviamo allora l'italia intera diventerebbe migliore, ma finchè non capiamo questo e continuiamo a vivere nella convinzione che una manifestazione metta in pace la propria coscienza allora posso sperare solo che dio ci salvi!

    ODIO GLI INDIFFERENTI

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  2. Hai sicuramente ragione ma forse c'è un problema non indifferente cioè per spazzare via il potere che oggi opprime i popoli è sufficiente cambiare i partiti dall'interno? Forse sì, è una vecchia diatriba, ma il potere ha e ha sempre avuto dalla sua parte la repressione come arma vincente. Forse è anche da lì che dobbiamo ripartire, portare la polizia dalla nostra parte, per esempio, altrimenti saremo sempre dei perdenti e facili bersagli come er pelliccia.

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