Chi non è nato almeno negli anni '70, non può comprendere completamente la galassia e l'intreccio fra stato e malavita. Cioè non sa cos'è stata veramente la P2, ed è difficile spiegare in poche righe come poteva funzionare un'associazione di malavitosi eccellenti che è stata capace di manovrare, nella massima riservatezza, la vita politica italiana della famigerata e vituperata prima repubblica.
Basti pensare che personaggi, al tempo non particolarmente potenti, come il capo dei servizi segreti (SID), tale Vito Miceli, passato poi nelle file del movimento neofascista (MSI) di Alemanno e Larussa. L'allora rampante imprenditore dell'edilizia e dei media Silvio Berlusconi, altri personaggi dei media come Maurizio Costanzo e Roberto Gervaso, e politici, allora in voga, come Enrico Manca socialista craxiano e direttore della RAI nonché l'altro socialista, allora semisconosciuto, come Fabrizio Cicchitto - grande sponsor, oggi, del nano nazionale. Altri personaggi inquietanti spuntarono tra i nomi degli appartenenti come il banchiere del Vaticano e della Mafia (una vera accoppiata vincente) Michele Sindona e il suo collega riciclatore di capitali sporchi Roberto Calvi. Da notare che ambedue, depositari di troppi segreti, sono stati in seguito terminati dalla mafia stessa.
Anche allora un oscuro faccendiere (con un ambiguo passato di spia sia dei repubblichini che dei partigiani, ed infine degli inglesi) di nome Licio Gelli, tirava le fila di questa loggia massonica non proprio legale perché le nostre leggi puniscono l'esistenza di associazioni segrete.
Se fosse stata soltanto una loggia segreta poco male, il vero problema erano gli intrecci con la malavita organizzata, dalla Banda della Magliana, alla mafia/camorra fino a certi ambienti del terrorismo di destra coinvolti nelle peggiori stragi del periodo della c. d. strategia della tensione, una guerra mai dichiarata che ha coinvolto normali cittadini frequentatori di banche, di treni e di stazioni ferroviarie. Una vera orgia di sangue che al confronto i tremendi anni di piombo delle BR (dei quali ancora si parla e si sparla anche troppo) sono soltanto un pallido riflesso della ferocia, e degli intrecci con le istituzioni troppo spesso coinvolte in questi fatti di sangue.
E' strano oggi vedere che molti di questi signori, Cicchitto e Berlusconi in prima fila, non siano mai stati perseguiti penalmente per l'appartenenza ad un'associazione a delinquere. Che lo fosse, un'associazione a delinquere, non lo dico io ma gli atti della Commissione Parlamentare istituita per indagare sulla Loggia P2.
La Commissione ha depositato due relazioni, una della maggioranza e l'altra della minoranza.
Nella prima si legge testualmente:
"...tale organizzazione, per le connivenze stabilite in ogni direzione e. ad ogni livello e per le attività poste in essere, ha costituito motivo di pericolo per la compiuta realizzazione del sistema democratico"
Mi pare abbastanza chiaro il coinvolgimento di Gelli, e i suoi sodali, ad un tentativo di rovesciare il sistema democratico né più né meno di quello che volevano i brigatisti rossi, con assalti e omicidi indiscriminati, sia dall'una parte (P2), meno indiscriminati, ma sempre fatti di sangue, dall'altra parte (BR).
Saltando la P3, solo un'accolita di piccoli grassatori al confronto, insomma Verdini, Carboni, Dell'Utri, al confronto semplici ladri di polli, che volevano influenzare certe decisioni della magistratura, contrarie al capo.
La P4, sembra decisamente qualcosa di diverso, un altro faccendiere Bisignani, ha decisamente una statura maggiore, degli intrecci più intricati, peggio che peggio trasversali. Mi chiedevo cosa avesse voluto dire il ministro Sacconi, tacendo su nomi e fatti, di un coinvolgimento del centro sinistra in questa storia oscura. Ebbene sì, baffetto, il Dalemone, uno dei personaggi più longevi e ambigui dell'attuale PD è fra gli amici del Pquattrista Bisignani.
Nessun commento:
Posta un commento