sabato 5 dicembre 2009

No Berlusconi day - dal Lodo Alfano alla Rivoluzione Viola


Finalmente ci siamo visti e trovati, ci siamo contati, perché siamo anche persone reali non soltanto facce virtuali, nickname. Hanno sbagliato coloro che non ci davano fiducia, non davano fiducia alla rete, come protrebbe essere mai possibile che il popolo del web improvvisamente si materializzasse uscendo dal virtuale? Abbiamo scoperto, anche noi che sin dall'inizio euforici per la bocciatura del Lodo Alfano - che questo è stato il primo passo della rivoluzione viola -.

Quando, un potere indipendente (la Corte Costituzionale) ha rigettato l'ennesima legge salvaladro (perché un solo ladro avrebbe salvato) il web ha gioito. I giudici della Corte - le toghe viola - ci hanno fatto sentire, per la prima volta, dopo un limbo di 15 anni, che il signor Berlusconi non poteva ignorare uno degli articoli fondanti della Costituzione Repubblicana e antifascista, l'uguaglianza di tutti i cittadini italiani di fronte alla legge, indipendentemente dalla carica che ricoprono.

La bocciatura del Lodo ha creato una scossa che ha percorso tutta la rete, che da sempre rappresenta la libertà d'informazione, soprattutto in Italia dove questa libertà (nonostante sia normata dalla stessa Costituzione) è limitata in maniera preoccupante. E da questa scossa che ci è sembrata una vittoria, finalmente una vittoria della democrazia, della legalità e della giustizia, è nato tutto e fra varie procelle è sopravvissuto, aumentato e soprattutto si è deciso di uscire dal virtuale per scoprire che dietro a quelle 365.00 facce c'erano davvero 365.000 persone e per strada abbiamo scoperto che al di là di internet c'erano almeno altre 365.000 persone che condividevano la nostra lotta.

Ciò che ci legava,fino al 5 dicembre, era un unico slogan Berlusconi dimettiti, che da oggi in poi deve essere l'unica cosa che ci fa sentire diversi, resistenti, partigiani.

I partecipanti

Fra i nomi famosi due premi nobel della letteratura Dario Fo e José Saramago; grandi gli interventi di Monicelli, Celestini e Moni Ovadia. Toccante l'intervento di Salvatore Borsellino, divertente quello di Dario Fo, arrabbiato quello di Ulderico Pesci.

I giornali del "Papi"

I giornali di Berlusconi & co. non sono stati a guardare ma ci hanno lanciati epiteti del tipo:

"Mafiosi" (IL GIORNALE del 6 dicembre)

"Blocco reazionario" (IL FOGLIO del 6 dicembre - intervista a Fabrizio Cicchitto -ex P2 e ex craxiano)

I Politici

Uno degli scogli cui i partecipanti del gruppo di Facebook hanno dovuto superare è stato quello della partecipazione di gruppi, partiti o singoli politici che ovviamente hanno preso posizione a favore della manifestazione e la paura che questa potesse essere fatta propria da uno o più partiti. L'Italia dei Valori ha aderito quasi subito, così come Rifondazione Comunista e altri gruppi dell'arcipelago della sinistra. Il più numeroso partito di opposizione del centrosinistra, il P.D., ha preso, sin da subito, le distanze da questa manifestazione, poiché non volevano essere coinvolti in un'avventura non colorata politicamente e, soprattutto, non indetta da loro.

Il Partito Democratico è riuscito ha dimostrare, di nuovo, che sono figli di un vecchio modo di fare politica, ancora legata alla tradizione del vecchio P.C.I., cioè di essere loro in prima persona a dirigere e portare in piazza il popolo. Stavolta invece era il popolo ad essersi autorganizzato e insegnare ai partiti che si può riempire Piazza San Giovanni e vie adiacenti senza una guida politica ma soltanto con un tam tam partito dalla rete. Il Segretario Bersani ha espresso, fin da subito il proprio disaccordo, ma la presenza di personaggi importanti dei democratici come lo stesso presidente del partito Rosy Bindi, l'ex segretario Dario Franceschini e altre figure importanti del partito come Ignazio Marino e Debora Serracchiani. Dimostrando la propria pavidità politica e la propria opposizione di facciata al Governo.

Gli auspici

Il primo auspicio per questa manifestazione è che non si fermi e che diventi una mobilitazione di questo movimento d'opinione che si è data una finalità e una bandiera. L'altra cosa da evitare è la nascita di un leaderismo interno al gruppo dei Viola trasformandolo in una delle tante manifestazioni guidate da pochi, e questo è il pericolo più grosso che può svuotare di significato il movimento.

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