lunedì 26 ottobre 2009

Caso Marrazzo, nei secoli fedeli a chi?


L'Affaire Marrazzo ormai ha conquistato le prime pagine di tutti i giornali da un paio di giorni. I contorni di questa losca vicenda però investe in pieno l'Arma dei Carabinieri. Quattro delinquenti nei secoli fedeli sono coinvolti, che siano dei delinquenti non c'è ombra di dubbio, non a caso oggi sono ospiti di Regina Coeli. Personalmente spero che vengano in contatto con qualcuno che loro stessi hanno condotto nella bella casa di cura dove sono ricoverati oggi, ma la speranza è vana perché saranno stati chiusi nel braccio cosiddetto degli infami insieme a guardie fuorilegge, pedofili, spie e stupratori. Cioè tutta quella genìa di carcerati che se fossero messi insieme agli altri non ne uscirebbero con le loro gambe. Anche i carcerati hanno i loro valori morali (al contrario dei membri del nostro Governo che questi soggetti li accoglie tra le file dei loro eguali in Parlamento).

Ma la storia è molto più brutta di come ce l'hanno descritta, secondo il Secolo XIX di Genova Marrazzo era sotto tiro dal 2005 quindi si tratta di spionaggio per fini politici e non certo per fini investigativi (compito dei caramba che non sono da noi pagati per scoprire gli altarini dei politici, ma vedi dove vanno a finire i nostri soldi?).

Le indagini sulla Mafia sono ad un punto morto, il papello di Ciancimino ci rivela come sempre i soliti Carabinieri erano coinvolti in uno scellerato patto con il più sanguinario capo di Cosa Nostra, il sig. Salvatore Riina detto Totò.

La stessa ricostruzione della cattura del suddetto non ha contorni troppo chiari. Dice un articolo di Misteri d'Italia :

Il sospetto ora è che le cose non andarono come […] raccontate ma che in realtà Riina sia stato la contropatrtita di una lunga trattativa tra i carabinieri e la mafia siciliana. In altre parole Riina sarebbe stato "venduto"

In un periodo di veleni, un presidente del consiglio coinvolto in affari pruriginosi, ma non soltanto dato che il suo nome è stato associato a Cosa Nostra da tutta una serie di indagini, accusato dai pentiti, con un collaboratore (il senatore Dell’Utri) accusato di contatti col crimine organizzato siciliano. Un presidente siciliano del Senato coinvolto nell’Affaire Sicula Brokers ovvero tangenti e collaborazione con la famiglia Mandalà  (Cosa Nostra e Forza Italia) per costruire un gigantesco ipermercato alla faccia del Piano Regolatore della città di Villabate (PA) .

Di fronte a questi sospetti la storia di Marrazzo è poca cosa, soltanto un problema di vizi privati, di fronte ai quali i militi dell’Arma hanno rimestato nella merda cercando di farne un guadagno, sono quattro mele marce? Intanto Marrazzo si è autosospeso (Berlusconi, Dell’Utri, Schifani non ci hanno pensato nemmeno lontanamente e questo ci deve far riflettere) per una storia di trans che con la politica, la corruzione e la contiguità con organizzazioni criminali non c’entra niente.

Una domanda: Cosa c’entrano 4 militi guardoni e ricattatori con la lotta alla criminalità? Niente!

Una seconda domanda: Ma davvero paghiamo queste mele marce armate per la nostra sicurezza?

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